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Gli Stati Uniti del Mondo celebrano la Giornata Mondiale delle tartarughe

Il Segretario Generale Michele Capasso in collegamento con la sede di Tokyo ha evidenziato l’importanza di proteggere le tartarughe marine, pacifiche e antiche creature dall’elevata importanza biologica.
Il 16 giugno si celebra la Giornata mondiale delle tartarughe marine, il Turtle Day, istituita per sottolineare la necessità di proteggere queste magnifiche creature. La data scelta è un omaggio al professor Archie Carr, nato appunto il 16 giugno 1909, grande studioso di tartarughe.
“Le tartarughe marine - ha affermato il SG Capasso - meriterebbero di vivere a prescindere, ma ci sarebbero sufficienti ragioni anche se le guardassimo con l’occhio utilitaristico tipico della nostra specie. Questi animali, ad esempio, contribuiscono a regolare le popolazioni di meduse e di spugne, alcune specie si nutrono di alghe e altre piante marine, limitandone così la diffusione e “creando” habitat per molte specie marine. Tutte e sette le specie di tartaruga esistenti sono infatti a rischio estinzione: sono la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea), la tartaruga verde (Chelonia mydas), la tartaruga comune (Caretta caretta), la tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata), la tartaruga di Kemp (Lepidochelys kempii), la tartaruga olivacea (Lepidochelys olivacea) e la tartaruga a dorso piatto (Natator depressus).
La vita delle tartarughe marine - ha concluso il SG Capasso -  è una costante lotta per la sopravvivenza, a partire dal momento esatto in cui mettono fuori il muso dall’uovo, la percentuale di nascituri destinata a raggiungere l’età adulta è di circa una su mille. Appena nate le piccole tartarughe escono dai nidi e “corrono” verso l’acqua, ascoltando un muto richiamo ancestrale. Per raggiungere il mare devono evitare un gran numero di predatori, come gabbiani, granchi e persino coccodrilli.
In teoria una volta raggiunta l’età adulta questi rettili sarebbero difficilmente attaccabili, protetti da un inespugnabile carapace e in grado di nuotare a velocità superiori ai 35 chilometri orari. Il mare è però pieno di pericoli di natura antropica contro i quali le tartarughe, nonostante la considerevole esperienza di 150 milioni di anni, non sono attrezzate”.

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